O bella, ciao!
Si è fatto un gran parlare, recentemente, del canto di O
bella, ciao, che è stato eseguito da diversi sostenitori del
centro-sinistra, nell'entusiasmo per la vittoria nell'ultima tornata
elettorale (europee e amministrative parziali).
C'è chi si è chiesto se valesse davvero la pena di
fare così festa per un evento in sé tanto modesto (e certamente
non paragonabile alla guerra partigiana per la liberazione dell'Italia dal
nazifascismo), e anch'io trovo che qualche eccesso di retorica ci sia stato.
Eppure, pochi giorni fa, mi sono anch'io commosso sentendo intonare
queste note. Il contesto era molto differente. Dalle pagine di un sito
internet, uno spezzone di filmato mi ha fatto assistere a un frammento delle
cerimonie di sepoltura, in Algeria, del giovane Ameziane Mehenni, nel corso
della quale il padre, il grande cantante cabilo Ferhat, intonava, con la
voce rotta dal dolore, questo mesto canto di addio al figlio.
Ho appreso in quella occasione che proprio Ameziane aveva spinto
il padre a trasporre in berbero questo bel canto della resistenza italiana.
Come è morto Ameziane Mehenni? Di preciso non si sa. Qualcuno
lo ha accoltellato per strada, a Parigi, la sera del 19 giugno. Le ricerche
dell'assassino sono avvolte dal mistero. E conoscendone l'indole tranquilla,
seria e aliena da frequentazioni equivoche, sembra ben difficile immaginare
motivi personali che abbiano portato all'omicidio. Il grave sospetto, che
tutti nutrono anche se non possono provarlo, è che il "potere mafioso"
algerino abbia così inteso colpire nei suoi cari, in un modo "trasversale"
che è tipico della mafia, il padre, Ferhat, attivamente impegnato
da qualche anno in un movimento pacifico e democratico che si propone di
portare pace e democrazia in un paese, come l'Algeria, da sempre in preda
alla violenza e alla sopraffazione.
Ho conosciuto di persona Ameziane, quando aveva accompagnato il padre
a Milano per un concerto nel 2002. La sua fine così ingiusta e oscura
mi ha colpito profondamente.
Riposa in pace, Ameziane, e che le note di O bella ciao, risuonate
tra i monti del Djurdjura, accompagnino con dolce mestizia il tuo eterno
riposo.
12 luglio 2004
reportage della cerimonia
il canto (formato
AVI - 1.4 MB)
Per ulteriori sviluppi
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