Ho indossato per la prima volta gli sci di fondo a Proserpio, sull'erba,
nel giardino della villa di Renato Cepparo, l'inventore della Stramilano
(e della Milano-Proserpio), invitato da quest'ultimo a provare
la pista in plastica della ditta Tecnospazzole, in un'epoca in cui gli
ski-roll non esistevano ancora.
Da allora ho sempre più "snobbato" gli sci da discesa e
mi sono sempre portato in montagna gli sci da fondo, e spesso, unico
fondista che percorrevo da solo tracciati che mi battevo io stesso,
venivo visto come un tipo strano dagli sciatori "normali", dal momento
che all'epoca lo sci di fondo era ancora quasi sconosciuto. Eppure d'inverno
era l'ideale per chi, come me e i miei amici del Ciclaspis, concepisce
lo sport soprattutto come fare un po' di movimento nella natura senza
bisogno di correre e "arrivare primi".
Ho sempre amato la Marcialonga, non solo perché mi è
sempre piaciuto lo sci di fondo, ma anche perché si svolge nelle
valli dove andavo in vacanza da piccolo. E durante la competizione, magari
dopo un po' di affanno per arrivare nel tempo massimo a Moena, spesso me
la prendevo comoda per la val di Fiemme, ripercorrendo le stradette che,
col drappello di fratellini e sorelline, solevamo fare a piedi, tra Masi
di Cavalese, Tesero e Panchià.
Di marcelonghe ne ho fatte 5, tra il 1973 e il 1978. Per il momento
ho recuperato solo le foto relative alla 3a edizione (4 febbraio 1973),
alla 5a (25 gennaio 1976), alla 6a (30 gennaio 1977) e alla 7a (29 gennaio
1978). Mi mancano le foto relative alla quarta edizione (27 gennaio 1974).
Ricordo che alle prime due edizioni non potei partecipare perché
la corsa era riservata ai maggiorenni e all'epoca la maggiore età
era fissata a 21 anni. Anche al momento della mia prima partecipazione i 21
anni non li avevo ancora compiuti. Non ricordo bene come feci, forse partecipai
sotto falso nome (era una prassi abbastanza diffusa). Ma non ce la facevo
più a restare spettatore.