Sayuri Takita

Bandierina del giappone

La cicloturista del Sol Levante


    L'estate del 1971, nel corso del lungo raid che da Milano doveva portarli a Capo Nord, i quattro componenti della spedizione Ciclaspis si imbatterono, a un certo punto, in un personaggio più unico che raro: una cicloturista giapponese, ospite del loro stesso ostello in Svezia.
    Noi andavamo a Nord, lei a Sud: si era fatta la Transiberiana in treno, e poi dopo aver girato un po' per la Finlandia, aveva preso il traghetto per la Svezia, e si accingeva a calare nel continente.  
    Era previsto anche un passaggio per l'Italia, dove ci disse di volere a tutti i costi visitare "Como city".  Il perché venne presto svelato: più che la città di Alessandro Volta, essa intendeva visitare, nella sua provincia, la Madonna del Ghisallo, il santuario dei ciclisti, la cui fama era giunta fin nell'estremo oriente.

Passarono i mesi.  Capo Nord venne raggiunto a fine luglio, al ritorno ci aspettava il "giro dei piccoli" negli Appennini, e poi –per non restare con le mani in mano– andammo anche a fare il giro a piedi di un'Alta Via delle Dolomiti. Finì l'estate, ai primi di ottobre la scuola riprese, e... Sayuri arrivò a Milano.

Aveva girato la Svezia e la Germania, e alla fine era arrivata in Italia. Per qualche giorno si trattenne da noi.  La cosa venne festeggiata con una gita, insieme a lei, fino al Ghisallo.   Venerdì 8 ottobre ci facemmo una bella bigiata, per una volta con la benedizione dei genitori, e per la prima volta ci capitò di percorrere quella strada, a noi ben nota, in un giorno feriale, e quindi con la possibilità di assaporare la bellezza del percorso, senza il consueto traffico di gitanti domenicali.

La foto qui accanto venne presa proprio in quella occasione: si può vedere la grinta della simpatica Sayuri in piena azione su uno dei tornanti sopra Erba.

Sayuri che pedala


Kanji


Sa-yuri

"Gigliola"
in giapponese


(sa = Piccolo
yuri = Giglio)

Foto al Ghisallo
In Discesa
In Tandem

Davanti al santuario,
con Giovanni e Paolo

Occhio ai dettagli
della bici giapponese

Sayuri si cimenta
col "Tarzan"




Al suo ritorno in patria, Sayuri ha pubblicato un resoconto del suo viaggio su di una rivista di cicloturismo (in Giappone ne esistevano già), The New Cycling (per la verità la parola Cycling in sillabario giapponese suona qualcosa come SA-I-KU-RI-N-GU....)
Cycling Se qualcuno è interessato all'articolo (dove la tappa lombarda occupa ben due pagine), può cliccare qui sotto (per la precisione, si tratta del n° 92, del luglio del 1972) :