Giro Cicloturistico in
ITALIA
(Lazio, Umbria, Toscana)
(Estate 1967)


Diario di viaggio del CICLASPIS in ITALIA (1967)
[redatto dall'incaricato Adriano Pucci Mossotti]

Partecipanti:

Giorgio Ceffali presidente onorario
Roberto Marchesi, presidente
Aurelio Marchesi, vicepresidente
Romano Grassi, anziano guida
Guido Tavecchio, promessa
Adriano Pucci Mossotti, promessa
Eliseo Patriarca, allievo
Enrico Montemezzani, allievo
Roberto Monzio, allievo
Giuseppe Sottocornola
Partenza il giorno 2/8/1967 da Milano in treno per Roma.
Arrivo a Milano il giorno 18/8/1967

PREMESSA

Chi ha intenzione di sfogliare queste pagine per ciò che vi è scritto deve farlo con spirito semplice e capace anche di apprezzare uno scrittore non di grido.
Questo diario non ha nessuna pretesa, ma vuole solo essere la chiara e veritiera esposizione dei fatti avvenuti durante il giro.

CANTICO DEL CICLASPIS

Lodata sii o natura di nostra madre terra, che con le tue infinite bellezze di pace alpestre, susciti sempre nei nostri animi palpiti d'amore e di dolce contento, sì che lo spirito sempre più s'eleva e si purifica.
E lodato sii tu pure o agile e umile e docile destriero d'acciaio. E se talvolta alquanto mi pesavi sul groppone, pazienza portavo, perché sempre mi hai dopo ripagato; e se la tua anima metallica è insensibile al mio dire, ugualmente ti sono grato.

Giovedì 3 agosto 1967

Visita della città
   Siamo arrivati a Roma assai presto, ma abbiamo perso molto tempo ad aspettare Enzo Scarini che poi non è arrivato. Poiché il programma per la visita di Roma avrebbe dovuto prepararlo lui, siamo stati costretti ad improvvisarlo.   Così ci siamo avviati a vedere il meglio di Roma: Santa Maria Maggiore, il Pantheon, la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, la Fontana di Trevi, la Farnesina, il Tempio di Saturno, il Colosseo, il Palazzo del Quirinale e per ultima, ma non ultima per importanza, la Basilica di S. Pietro, dal Cupolone della quale abbiamo ammirato il grandioso panorama di Roma.
   E' stata una di quelle giornate torride caratteristiche dell'Italia centro-meridionale, e con tutto il sole che abbiamo preso durante la visita, siamo desiderosi di un po' di fresco e di tanto riposo.   Ci rechiamo quindi all'ostello con il fermo proposito di fare una doccia fresca ed una dormita coi fiocchi.
 

Venerdì 4 agosto 1967

ROMA - Spoleto,  km. 126
   Oggi la tappa è assai lunga, ma tutta di pianura, così ci ha assicurato a calda voce il Giorgio.
   Partiamo presto dall'ostello e ci avviamo per la Flaminia, lungo la quale si possono ancora ammirare i resti dell'antica via Romana.
   Anziché pianeggiante, come ci era stato assicurato, la strada è tutta a saliscendi e duri strappi.   Giunti a Terni, stiamo già sognando l'ostello, meta della nostra tappa: ma no, ci aspetta ancora un valico per arrivare a Spoleto: il valico della Somma; intontiti dal sole, che non ci ha dato tregua per tutto il giorno, stanchi, ci accingiamo a compiere l'ultima salita della giornata.   L'onestà mi impone di dire che sul valico che abbiamo scalato Adriano accusava seri dolori viscerali, causati da una non ben dosata "purghetta"; ma era fortunatamente confortato dalle gocce dell' Erbamil di Enrico e dagli incitamenti del Giorgio.
 

Sabato 5 agosto 1967

Spoleto - Assisi,  km. 51
   Stamattina la sveglia, che si chiama Roberto Marchesi, non ha funzionato e così ci siamo alzati tardi.   In una via di Spoleto troviamouna donna che vende latte e ci assicura che è genuino, ed in effetti è molto buono.   Una decina di chilometri fuori Spoleto vi sono le "Fonti del Clitunno": un luogo bellissimo ricco di vegetazione, con un incantevole laghetto, su cui galleggiano maestosamente alcuni cigni.  Saziati gli occhi, le membra e lo spirito in questa oasi di pace, ci avviamo alla volta di Foligno.
   E' mezzogiorno, e Romano, che con le pentole ci sa fare, ci cucina delle ottime bistecche alla griglia.   In una giornata così torrida il bagno è d'obbligo, e poiché di fiumi nei pressi della città non ve ne sono, ci accontentiamo della piscina comunale. Dopodiché, saremmo pronti a partire, se Roberto non si fosse esibito in una delle sue classiche e frequenti forature da fermo.
   Prima di entrare in Assisi, ci fermiamo a Rivo Torto, ove erano costruite, secondo testimonianze dell'epoca, le misere capanne ove dimoravano S. Francesco e frate Leone.   Arrivati a S. Maria Degli Andeli ci dicono che il posto ove dovremo pernottare è situato fuori Assisi a fianco della strada che da Assisi porta all'Eremo delle Carceri.   Dopo una dura pedalata finalmente arriviamo a destinazione.   Al termine di una simile giornata una doccia è quello che ci vuole per ritemprare le membra. Ma ahimè l'acqua è gelata.  Non importa: con la voglia che abbiamo di un bagno non ci scoraggiamo per così poco.   Mentre siamo sotto la doccia va via la luce. Be', pazienza, ci si può lavare anche al buio.  Ma, porca miseria, proprio quando siamo tutti insaponati viene improvvisamente a mancare l'acqua.   Abbiamo capito, l'unica cosa da fare è andarsene a letto.
 

Domenica 6 agosto 1967

Assisi - Perugia,  km. 40
   Oggi tappa assai breve.   L'itinerario prevede innanzitutto la visita di Assisi.   Di prima mattina ci rechiamo all'Eremo delle Carceri, luogo antico e solenne, tanto caro ai frati Francescani, in quanto S. Francesco soleva solente recarvisi a meditare.   Quivi il frate di turno ha fatto delle difficoltà a farci entrare in chiesa a causa dei calzoncini corti, ma le lacrime del Giorgio e del Roberto erano tali e tante, che il clemente clericale ci ha ha infine fatti passare.   Nella Basilica sono custoditi: il corpo di S. Francesco, il suo saio, un vestito che gli fece S. Chiara e il crocefisso che parlò al Santo.
   Nella chiesa di S. Chiara, sorta sul luogo ove la santa dimorava con le sue compagne, vi è il corcefisso scolpito da frate Innocenzo da Palermo che è caratteristico per le diverse espressioni che assume il volto di Gesù a seconda da che parte lo si guardi.
   Quindi, Romano in testa a fare l'andatura, superiamo velocemente i sette chilometri di salita che ci portano a Perugia.
 

Lunedì 7 agosto 1967

Perugia - Arezzo , km. 89
   Dopo una rapida visita al meglio di Perugia, siamo partiti alla volta di Arezzo.   E fra valli e colline giungiamo al Lago Trasimeno.   La sosta è d'obbligo in un luogo tanto incantevole.   Il lago, insieme allo sfondo, sembrava un panorama da cartolina illustrata.   Visto che siamo fermi, e data l'ora, decidiamo di fermarci a mangiare.
   Arriviamo ad Arezzo abbastanza presto e ci mettiamo subito alla ricerca dell'ostello.   Quest'ultimo è situato in un vecchio palazzo medioevale, con le finestre che guardano su di una piazza, altrettanto bella, ricca di antiche vestigia.
 

Martedì 8 agosto 1967

Arezzo - La Verna  , km. 47
   Stamani siamo stati mattinieri, poiché il percorso non si preannunciava troppo agevole.   Sulle colline nei pressi di S. Manna, durante una sosta, il solito Roberto si ripeteva in una foratura da fermo.   Poco innanzi incominciavano i venti chilometri di salita, dei quali ben quindici in terra battuta.   Il paesaggio e l'acqua freschissima che traevamo alle numerosi fonti disseminate lungo il percorso, ci ricompensano della fatica della salita.   Dopo la sosta a Chiusi della Verna, abbiamo affrontato l'ultimo strappo per arrivare al Santuario della Verna.   Una rapida visita al Santuario e quindi ascensione al monte La Verna per la cena.   Stasera a letto molto presto, in quanto domani ben tre valichi vi sono da scalare, uno dei quali in terra battuta.
 

Mercoledì 9 agosto 1967

La Verna - Camaldoli  , km. 75
   Il primo valico è quello del Montecoronaro che è superato con relativa facilità.   Ai piedi del valico dei Mandrioli, abbiamo fatto rifornimento e poi via all'assalto del penultimo baluardo che ci divide da Camaldoli.   I luoghi sono magnifici, c'è una vegetazione fittissima, e con la vista si può spaziare oltre la valle.   Finalmente affrontiamo l'ultimo valico della giornata: il Fangacci.   La strada è in terra battuta ed ha il fondo alquanto sconquassato.  Il "sentiero" si snoda tra foreste di abeti altissimi, che forniscono un eccellente riparo dal sole e dalla calura estiva.   All'Eremo, sfortunatamente, i frati non hanno più posto e dobbiamo così andare alla ricerca di un tetto per la notte.   Cercando qua e là troviamo un gentile e caritatevole signore che ci alloggia in due vani che al momento non gli abbisognavano.   Mi dispiace dover annotare che l'Eliseo, oggi, ha avuto una notevole "défaillance".
 

Giovedì 10 agosto 1967

Camaldoli - Vallombrosa,  km. 50
   Dopo esserci congedati dal signore che ci ha ospitati ieri notte, abbiamo percorso i quindici chilometri in terra battuta di discesa, che ci hanno portati ai piedi del valico della Consuma.   La vista che si gode dalla strada è molto bella: la valle è ricoperta di abeti, sia sui fianchi che sul fondo, e la vista spazia a perdita d'occhio su un paesaggio di sogno.   Giungiamo infine in cima al valico e troviamo l'Eliseo comodamente seduto all'ombra di un abete: si era fatto trainare da un  autocarro fino in cima.   La giornata non è delle migliori, in quanto Roberto junior e Guido accusano mal di stomaco e indisposizione generale: ragion per cui, mentre noi, di sera, usciamo a fare il nostro solito giretto, i suddetti se ne vanno a letto presto.
 

Venerdì 11 agosto 1967

Vallombrosa - Firenze , km. 39
   Partiti abbastanza presto, con un fresco assai gagliardo, siamo costretti a coprirci con vari maglioni poiché dobbiamo percorrere ben trenta chilometri di discesa.   Al primo paese ci fermiamo a fare colazione e poi via fino a Pontassieve.  Qui ci siamo tutti dati da fare a riparare la bici di Enrico che aveva il copertone e la camera d'aria  stracci.   Pochi chilometri fuori Pontassieve troviamo un posticino per il pranzo ma Eliseo non arriva.   Finalmente lo ritroviamo un chilometro più indietro con uno squarcio nel copertone e la camera d'aria sventrata.  Dopo pranzo ci incamminiamo alla volta di Firenze, ma a undici chilometri dalla stessa, Enrico fora, e così perdiamo altro tempo.   Finalmente giungiamo a Firenze e le diamo una rapida occhiata d'insieme da piazza Michelangelo, quindi ci dirigiamo verso l'ostello.   Fortunatamente era una tappa breve, sennò con tutti gli incidenti che ci sono capitati non so come sarebbe andata a finire.
 

Sabato 12 agosto 1967

       Firenze - Siena,  km. 70

   Prima di partire visita alle cose migliori di Firenze, quindi imbocchiamo la strada per Siena.   Ma non ancora fuori città all'Aurelio si rompe il portapacchi: sosta forzata.  Nell'osservare la carta stradale facciamo una triste scoperta: la strada per Siena è tutta sali-scendi, ci sarebbe la superstrada ma non è permesso percorrerla in bici.   E' una strada che si snoda fra valli e colline verdeggianti, e dalla strada si può ammirare un panorama superbo.
   A Tavernelle, dove ci fermiamo per il pranzo, troviamo un Chianti fantastico e bevi tu che bevo anch'io, il Giorgio è andato in crisi, cosicché siamo costretti a lasciarlo in albergo a Poggibonsi, mentre noi ci dirigiamo alla volta di Siena.   In città troviamo Colombo, detto comuemente "Bombo", il quale è a spasso per l'Italia come noi e segue --in macchina-- il nostro itinerario fino a Bocca di Magra.
 

Domenica 13 agosto 1967

Siena - Volterra,  km. 68
   Di mattina presto andiamo a prelevare Giorgio a Poggibonsi e qui ascoltiamo la S. Messa.   Quindi ci avviamo alla volta di S. Gimignano.   Quivi facciamo provviste e andiamo a mangiare alle rinomate fonti che si trovano poco fuori città.   Verso il tardo pomeriggio ci mettiamo in cammino, percorrendo una strada non molto larga, ma che si snoda per valli e colline bellissime e che ci porterà a Volterra.   Troviamo alloggio poco fuori città in una cascina ben conservata nonostante l'età.   Forse non dovrei, ma la correttezza mi impone di dire che Bombo dormiva in un letto matrimoniale con Romano, e che hanno fatto baldorie fino a notte inoltrata.  Eliseo, invece, dormiva solo ma... in un letto di antiche vestigia, in cui si narra abbia dormito Claudia Cardinale durante le riprese del film Vaghe stelle dell'Orsa.
 

Lunedì 14 agosto 1967

Volterra - Pisa,  km. 60
   Partiti assai presto, abbiamo percorso un sentiero che ci ha portati alla statale per Pontedera.   La strada è poco frequentata, eppoi non offre molto ai nostri occhi assetati di panorami.   A mezzogiorno ci fermiamo in un'osteria a mangiare, poi senza indugio ci avviamo alla volta di Pisa, dove siamo arrivati presto e quindi abbiamo potuto visitare la città, e più precisamente: il Lungarno, la Piazza dei Miracoli, col Duomo, il Battistero e la Torre Pendente.  Qui i soliti audaci son saliti fino in cima alla Torre Campanaria, non in cordata, ma servendosi delle apposite scale.   Quindi ricerca dell'o[stello ...? vacat linea]
 

Martedì 15 agosto 1967

Pisa - Marina di Massa,  km. 40
   Oggi tappa di tutta tranquillità.  La strada è la S.S. Aurelia che attraversa la "Macchia di Migliarino".   Sul mezzodì giungiamo all'ostello di Massa e, dopo aver prenotato i posti, ci accampiamo sulla scogliera a mangiare.   Abbiamo tutto il pomeriggio a nostra disposizione, che ognuno spende come meglio preferisce.   Giorgio, Bombo e altri due vanno a Bocca di Magra per mettersi d'accordo con don Francesco per il pranzo di domani.   Cena in ostello, passeggiata serale con assaggio della famosa birra Spatenbräu offerta generosamente dal Giorgio.   Quindi tutti a dormire.
 

Mercoledì 16 agosto 1967

Marina di Massa - Bocca di Magra,  km. 30
   Oggi facciamo tappa a Bocca di Magra, dove è in vacanza il nostro don Francesco, il quale ci ha invitati a passare la giornata con lui.  Per l'occasione vi è anche don Guerino con suo fratello (che occasione.....!!!!).
   Arriviamo colà molto presto, ascoltiamo la S. Messa in comune e poi tutti in spiaggia.   Il mare è di un blu intenso e le piccole onde formate dalle imbarcazioni di passaggio si infrangono lentamente sugli scogli della riva.   Il pranzo è stato ottimo: mai mangiato tanto e bene nei sedici giorni che siamo stati in giro.   NB. Leggi: "Mai gozzovigliato tanto e bene..."
   Nel pomeriggio tutti in gita a Porto Venere con una barca a motore.   La sera, dalla terrazza del castello ove eravamo alloggiati, abbiamo ammirato uno scenario bellissimo di luci e di paesaggi: tutte le colline intorno sembravano brillare di mille fuochi, e la luna faceva degli strani riflessi sul mare.
 

Giovedì 17 agosto 1967

Bocca di Magra - Fornovo,  km. 100
   Tappa difficile con un valico in terra battuta.   Ci congediamo dai vari "don" e ci avviamo verso il valico del Brattello che ci porterà in Emilia.   La scalata non presenta eccessive difficoltà a parte Eliseo che continua a lamentarsi che è stufo di far salite e che insieme ad Aurelio si fa trainare per un po' dal Bombo.   Finalmente anche il Brattello è al nostro attivo e scendiamo per il versante emiliano.   Ma cinquecento metri più in giù della vetta Enrico ha dei guasti meccanici alla bicicletta per cui perdiamo molto tempo.
   Siamo a trentotto chilometri da Fornovo, quando Roberto scatta impetuosamente in segno di sfida.   Gli rispondono in tre: Guido, Giuseppe ed Adriano, che avendo affrontato uno strappo con un rapporto duro, come conseguenza si è arenato, e vede i tre fuggitivi che fanno di tutto per sganciarlo, ma si butta ugualmente all'inseguimento.   Li raggiunge a due chilometri da Fornovo ove sono fermi; hanno trovato un fienile per pernottare.
 

Venerdì  18 agosto 1967

Fornovo - MILANO, km. 170
   Ci avviamo prestissimo verso casa; il giro è ormai avviato alla conclusione.   La tappa è lunga ma non presenta eccessive difficoltà.   A quarantatrè chilometri da Milano ci si ferma per il pranzo.   Si sente già aria di casa, e nel pomeriggio in tre ore e mezza copriamo gli ultimi chilometri.

L'avventura è finita.   Per gli anziani è stato un giro come gli altri, durante il quale hanno avuto modo di vedere cose nuove; per i giovani è stata un'esperienza interessante ed un saggio delle proprie forze e del proprio temperamento, in sedici giorni di fatiche, di gioie e di vita in comune.
 
 

F I N E
======

 torna alla pagina dei Giri

 torna a Ciclaspis