Le donne algerine e il loro tutore
Dopo anni di attesa e di continui rinvii, finalmente, alla
vigilia dell’8 marzo, il governo algerino ha fatto omaggio alle donne
non solo
di belle parole ma anche di qualche modifica al medievale “Codice della
Famiglia”. Per la verità si trattava ormai di un atto dovuto,
dopo che perfino
il semi-teocratico Marocco si era dotato, poco più di un anno
fa, di una nuova e
progredita legislazione in materia, ma l’appoggio esplicito degli
islamisti al
governo, e il contributo da essi dato alla rielezione del presidente
Boutefklika rendeva dubbio anche questo timido passo.
Le modifiche introdotte
sono abbastanza limitate (lo si
sapeva già), ma su di una in particolare si sono intrecciate nei
giorni scorsi annunci
e smentite. Un piccolo giallo circondava la figura del wali, il
“tutore
matrimoniale”, un parente maschio cui ogni donna, anche maggiorenne e
magari
con alte cariche, deve piegarsi a rivolgersi se vuole sposarsi.
“L’hanno
abolito” dicevano alcuni. “Macché, è rimasto, proprio
come la poligamia e il
diritto al ripudio” dicevano altri. A chi credere?
Il comunicato ufficiale
del Consiglio dei Ministri del 22
febbraio 2005 diceva: “i progressi più significativi apportati
dalle nuove
disposizioni riguardano, in particolare: (...) il mantenimento del wali
per il matrimonio della donna, anche maggiorenne, là dove si
precisa che essa
stipula il suo contratto di matrimonio
in presenza del suo wali.”
Dunque, se le parole
hanno un senso, l’obbligo del tutore
è stato mantenuto, si potrebbe credere. E invece...
Andiamo a vedere il
testo del provvedimento (ordinanza n°
05-02 del 18 moharram 1426 / 27 febbraio 2005): “La donna maggiorenne
stipula
il suo contratto di matrimonio in presenza del suo wali, che
è suo padre
o un parente prossimo o qualunque altra persona di sua scelta”.
(dove il
termine “persona” fa pensare addirittura che wali possa essere
anche una
donna!)
Le nostre
“convergenze parallele” possono andare a
nascondersi. Questi sono dei professionisti. Ho in generale poca stima
del
presidente Bouteflika e della sua cricca. Ma davanti a un simile
capolavoro
di acrobazie linguistico-giuridiche mi levo tanto di cappello.
8 marzo 2005