L'intervista a Khalida
(Lettera al Corriere)


Caro Mieli,
presso i giornalisti italiani lo stereotipo è duro a morire. La ministra algerina Khalida Messaoudi è molto cambiata da quando era una femminista dura e pura (a cominciare dal nome: adesso si chiama Khalida Toumi). Sedotta dal potere, ormai non pensa più a contestarlo, ma anzi si è assunta il ruolo di portavoce all'estero di un governo impresentabile, valendosi della buona fama accumulata in anni ormai lontani. Gli spazi per una lettera sono limitati e non so dove cominciare a replicare ai contenuti dell'intervista tanto ogni frase del ministro è ricca di "eufemismi" o vere e proprie inesattezze. Mi limiterò a tre argomenti. Primo: la lotta agli islamisti. Gli occidentali parlavano di dialogo mentre "noi denunciavamo l'internazionale islamica". Orbene, il governo di Bouteflika si è distinto per una serie di interventi di "concordia nazionale", veri "condoni ai terroristi" che hanno rimesso in circolazione, a volte con pensioni di Stato, migliaia di terroristi. Secondo: il codice della famiglia. Nonostante le promesse, Khalida non ha ancora mosso un dito per riformarlo. In questi giorni (preelettorali...) si è parlato di una sua riforma, ma le bozze che circolavano erano ridicole limature, non certo una riforma. D'altra parte Bouteflika ha bisogno degli islamici per farsi rieleggere e non ha certo intenzione di inimicarseli. Terzo: la Cabilia, grande assente dell'intervista. I continui richiami all'origine cabila di Khalida sembrano una excusatio non petita. Questa regione conduce da anni una lotta pacifica per la democrazia, costata 123 morti, uccisi dalla gendarmeria che ha sparato sulla folla. La Cabilia ha disertato in massa le urne nelle ultime elezioni (zero votanti!), e lo farà anche alle presidenziali.E proprio nei giorni scorsi un tentativo di "dialogo" col potere è stato interrotto perché lo Stato rifiuta di riconoscere ufficialmente il berbero, lingua parlata da milioni di Algerini. Ma in questi giorni, Khalida, ministro della Cultura (e, non dimentichiamolo, "dell'Informazione") era impegnata a tenere a bada i giornali e i giornalisti...

10 febbraio 2004