La "Costituzione Europea"
(Lettera ad alcuni amici)
Cari amici, anch'io ho fatto (e continuo a far parte, anche se con pochi
incarichi effettivi) del MFE, e condivido il vostro parere.
La "costituente europea" di Giscard, Amato e Fini è una grossa bufala.
In realtà appare evidente che tra tutti i 15 (e tra poche settimane
25) paesi
dell' "Unione europea" non esiste la volontà di cedere anche solo
uno spillo di sovranità.
Le alchimie sul voto (a maggioranza o all'unanimità) sono uno specchietto
per le allodole. Tenete presente che anche se -come propongono tanti che
si dicono "federalisti"- nei consigli europei si votasse a maggioranza, l'applicazione
delle decisioni sarebbe comunque di pertinenza degli Stati, per cui se anche
un solo Stato si rifiutasse di applicare le decisioni prese, non si potrebbe
fare un bel nulla per obbligarlo. A questo punto, votare all'unanimità,
votare a maggioranza o lanciare una monetina sarebbe esattamente lo stesso.
Il risultato sarà sempre lo stesso: ciascuno Stato, pienamente sovrano,
farà quel che vorrà (o potrà).
Che miseria! E pensare che mai come oggi è evidente a tutti la necessità
che l'Europa parli a una voce sola. Non si può lasciare la politica
del mondo agli USA (e in una certa misura alla Russia e alla Cina). La Francia
o la Germania che fanno la voce grossa fanno il solletico a Bush. L'Europa
lo farebbe spaventare. E non dubito che il partito della disunione nutra
molte amicizie oltreoceano.
A mio avviso si potrebbero saltare tutte le difficoltà partendo
da questa constatazione: la prima cosa, la più urgente è l'abolizione
dei ministeri degli esteri e della difesa nazionali e la creazione di un
Ministro degli esteri e della difesa europeo. Ma anziché una figura
fantoccio che risponda ai governi nazionali e al consiglio europeo (come
quello spagnolo che dovrebbe occuparsi della politica estera ma di cui ho
fin dimenticato il nome, tanto è figura di secondo piano), il ministro
degli esteri europeo dovrà rispondere direttamente a tutti i cittadini
europei.
Insomma, una carica elettiva a livello continentale (o almeno a livello
degli Stati che vorranno starci). Pensateci un po': sulla politica estera
(a parte poche questioni sempre più marginali) gli interessi europei
sono veramente comuni. I miei interessi coincidono con quelli di un Parigino
o di un Tedesco ecc. molto più che con quelli di uno statunitense
o di un russo. Un futuro "ministro degli esteri" europeo dovrà venire
a far campagna elettorale in Italia come in Francia, in Germania ecc. E,
ovviamente si premurerà di avere uno "staff" che lo sostenga e lo
aiuti a farsi eleggere in tutti i paesi. Questo automaticamente risolverà
i problemi di "rappresentanza" dei singoli Stati senza le pagliacciate dei
Consigli europei (che in realtà sono conferenze tra governi, proprio
come il congresso di Vienna o simili: altro che "consiglio" che fa pensare
a qualcosa di democratico).
Evidentemente, un "ministro degli esteri" del genere godrebbe di fatto
di poteri molto simili a quelli di un "presidente federale" (oltretutto,
dovrebbe poter dirigere un budget adeguato...), e quindi si tratterebbe
di un vero salto di qualità: il passaggio a una vera "federazione".
Ma ormai siamo al redde rationem. Tra mille rinvii e bizantinismi
gli Stati hanno cercato in tutti i modi di bloccare una vera evoluzione in
senso federale. E ormai non ci sono scuse: o si passa a una federazione,
o si resta come salami a dipendere dagli umori di gente che sta a migliaia
di chilometri da noi e che tra gli interessi nostri e quelli loro opteranno
sempre e soltanto per la scelta a loro favorevole.
Bisognerebbe fare un discorso chiaro anche all'interno dei partiti italiani.
Per esempio, trovo indecente che un partito che si professa federalista
fino al midollo come la Lega ignori completamente qualunque soluzione federale
a livello sovrannazionale. Bisognerebbe inchiodarli a questa loro
contraddizione: se davvero la federazione è la soluzione di ogni
problema in Italia, perché in Europa ogni concetto federale viene
bandito?
Ci sarebbe tanto altro da dire ma mi accorgo di avere scritto fin troppo.
Spero di non avervi annoiato e vi faccio i miei migliori auguri per l'anno
che sta cominciando.
6 gennaio 2004