Gheddafi jr. e i popoli oppressi
(Lettera al Corriere)

Leggendo l'intervista che il Corriere di oggi concede a Saif al Islam Gheddafi, mi accorgo di un evidente caso di strabismo politico. Nella sua difesa del diritto delle popolazioni occupate a "seminare il terrore" come atto di "resistenza" con allusione alla presenza di truppe straniere in Iraq, sembra evidente che non tiene minimamente conto di ciò che hanno fatto e fanno tuttora gli occupanti di lingua araba nelle regioni berbere della Libia, dove è vietato non solo studiare ma anche cercare di scrivere e addirittura di parlare la lingua materna. Un "tesoro libico" che non verrà esposto al palazzo della ragione di Milano è la lingua libica, quella che fu di Massinissa e Giugurta, che in diverse zone della Libia è tuttora preservata dal popolo autoctono e che il governo libico combatte da sempre. Tra le 4 lingue che questo colto delfino di Gheddafi conosce, non c'è sicuramente il berbero...
Nel 1911 (il 27 novembre) il Corriere pubblicava un eccellente articolo di E. Griffini che propugnava l'insegnamento del berbero come opera importante per conoscere le popolazioni della Libia. Potrebbe oggi ospitare queste due righe per ricordare ai suoi lettori che un secolo dopo, nella Libia che dice di difendere i diritti dei popoli autoctoni questa lingua non solo non è riconosciuta ma è anche perseguitata?

2 dicembre 2003

[Sulla situazione dei Berberi in Libia si può vedere questo link ]