I Tuareg in Niger
(Lettera al Corriere)
Illustre Direttore, la prego di volere prendere nota di alcune precisazioni
su di un articolo pubblicato sul "Corriere" di domenica 5 gennaio 2003.
La notizia della morte di alcuni turisti italiani in Niger per l'esplosione
di una mina è stata dal "Corriere" collegata ad attività belliche
dei Tuareg:
"Nel 1990 nelle regioni settentrionali si ribellano i tuareg,
l’orgoglioso popolo del deserto. Troppo oppressivo - è il grido della
rivolta - il governo centrale, dominato dalle etnie del sud, per niente rispettoso
della loro libertà nomade. Le autorità militari aumentano le
pressioni e le estorsioni. Le battaglie sono violente. Finiscono dopo cinque
anni, lasciando sul campo migliaia di morti. E, sepolte nella sabbia, migliaia
di mine. "
In realtà, a quanto mi consta, l'incidente è avvenuto a Orida,
nel Djado, territorio dei Tubu (etnia autoctona diversa dai Tuareg).
E Orida era proprio la base principale dei ribelli Tubu, e nel 2001 ha visto
violenti scontri tra questi ultimi e l'esercito regolare, conclusi con la
morte del capo ribelle Chahay Barkay. Un conoscente tuareg mi ha informato
di come fosse notorio che nei pressi di quella località i Tubu avessero
abbandonato molto materiale bellico, tra cui mine anticarro.
Quanto ai Tuareg, ricordo che nel 1990 essi hanno dovuto prendere le armi
dopo essere stati vilmente attaccati dall'esercito regolare nigerino
che ha compiuto veri e propri massacri di popolazioni inermi, come quello
di Tchin Tabaraden (maggio 1990) in cui vennero uccise non meno di 600 persone,
in gran parte donne, vecchi e bambini (il totale delle vittime in pochi mesi
fu di oltre 1700 persone!). Gli accordi di pace raggiunti nel 1995
sono stati applicati con estrema lentezza, soprattutto nella parte in cui
si trattava di venire incontro ai bisogni delle popolazioni tuareg (in gran
parte, da questo punto di vista, sono tuttora inapplicati). Comunque
sia, le varie organizzazioni di resistenza armata dei Tuareg sono state dissolte
il 25 settembre 2000, le loro armi sono state restituite e non costituiscono
più un pericolo.
Purtroppo, per il loro fiero attaccamento al loro modo di vita nomade, sconvolto
dalla assurda spartizione geografica del Sahara dopo l'indipendenza, i Tuareg,
popolazione di lingua berbera che ancora conserva un immenso patrimonio di
tradizioni tra cui la antichissima scrittura libica (tifinagh), vengono troppo
spesso nelle cronache accostati ad ogni episodio di violenza che avvenga
nelle regioni sahariane. Per questo ritengo giusto che il Suo giornale
pubblichi le precisazioni qui segnalate.
6 gennaio 2003